L'avicennismo è una scuola della filosofia persiana fondata da Avicenna. Egli sviluppò la sua filosofia lungo tutto l'arco della propria vita, dopo una lettura approfondita della Metafisica di Aristotele, durata più di un anno.
Secondo Henry Corbin e Hossein Nasr, esistono due tipi di avicennismo: l'avicennismo islamico e l'avicennismo latino.[1][2] Secondo Nasr, l'avicennismo latino è basato sui primi lavori del filosofo arabo. Questa scuola era figlia della scuola peripatetica e tentava di descrivere la realtà con un sistema razionale di pensiero. Nel XII secolo divenne particolarmente influente in Europa, a Oxford e a Parigi, e condizionò il pensiero di filosofia quali Tommaso d'Aquino, Ruggero Bacone e Duns Scoto.
Dall'altra parte, l'avicennismo islamico è basato sull'ultima fase della sua produzione ed è noto come filosofia orientale (حکمت المشرقیین). La filosofia nella civiltà islamica orientale divenne vicina alla gnosi e assunse una visione spirituale dell'universo. L'avicennismo latino era debole in confronto all'averroismo latino e lo studioso Étienne Gilson parlò di un agostinismo avicenniano.
Questo approccio aprì la strada alla scuola iraniana dell'Illuminazione di Sohravardi.[1] Corbin riferì alcune divergenze fra l'avicennismo latino e quello iraniano.[3] Egli identificò tre tipi di avicennismo: avicennismo agostiniano, avicennismo latino e avicennismo iraniano.[4]
Vari Mu’tazilites furono seguaci di Avicenna[5], mentre altri avversarono le sue dottrine. Ad esempio il programma filosofico di Avicenna e i suoi studenti furono criticati da Hanafi, allievo di Ibn al-Malahimi, secondo il quale la tradizione filosofica greca era stata usata a supporto di false credenze e del carattere profetico dell'Islam. Egli descrisse il Cristianesimo come un esempio di religione profetica corrotta dal pensiero astratto greco.[6]